Emergenza gratuita ed a pagamento
Maurizio Piussi
29.10.2007
È indubbio che negli ultimi 20 anni il soccorso extraospedaliero si è evoluto in modo significativo; in linea di massima la preparazione degli equipaggi e la dotazione di materiali e presidi per il soccorso sono superiori ad ogni confronto con il passato.
Tuttavia, alcuni aspetti di questo ?servizio gratuito garantito alla cittadinanza? non sono stati toccati da questa notevole evoluzione, come se il trascorre del tempo non abbia avuto significato.
Uno di questi elementi è senz?altro la ?leggerezza? con cui, talvolta, viene richiesto il servizio di soccorso extraospedaliero: e mi riferisco a quando le ambulanze preposte all?emergenza sono costrette ad effettuare una sorta di ?servizio taxi? per pazienti che potrebbero tranquillamente raggiungere l?ospedale con mezzi propri.
Questa prassi, oltre ad avere un costo certamente elevato, dato che è diffusa a livello nazionale, ha spesso la grave conseguenza di sguarnire il servizio d?emergenza, anche per casi di indubbia gravità.
A quanto pare né la nascita delle Centrali Operative 118, né una maggior oculatezza nel richiedere il servizio a livello territoriale sono riuscite, in questi ultimi anni, a porre un freno al fenomeno.
La ragione di ciò sta probabilmente anche nella riluttanza di operatori di centrale e medici di base ad assumersi responsabilità decisionali che potrebbero penalizzarli.
Il problema quindi non può essere affrontato o risolto a livello locale (centrali 118 e medici di base) senza tenere conto di alcuni degli elementi che, agendo a livello sociale ed istituzionale, ne costituiscono il fertile substrato.
A livello sociale il nocciolo del problema è la maleducazione con la quale normalmente si usufruisce della cosa pubblica.
Ancora troppo spesso chi utilizza un servizio come quello delle ambulanze viene animato da considerazioni prettamente egoistiche del tipo: ?è gratis, non vedo perché non approfittarne?.
Ed ancora troppo rari sono coloro che, nel richiedere il servizio, si fanno lo scrupolo di pensare che il mobilitare un?ambulanza per delle sciocchezze può privare qualcun altro di soccorsi tempestivi al momento del bisogno.
A livello istituzionale, invece, sorprende il fatto che, nonostante gli ingenti costi dovuti all?abuso dei mezzi di soccorso, mai ci sia stato un concreto tentativo per regolamentarne l?utilizzo.
Allora bisogna chiedersi: dove potrebbe trovarsi la ragione di ciò?
Forse in una qualche pressione esercitata a livello politico istituzionale da parte della ?lobby delle convenzioni??
Chiunque operi nel settore sa, infatti, che in molte realtà il soccorso extraospedaliero viene espletato attraverso convenzioni con enti di varia natura.
All?interno di questo sistema diverse convenzioni prevedono, oltre ad un compenso base, anche uno chilometrico.
In questa ottica è chiaro che più l?ambulanza convenzionata macina chilometri, più la convenzione ?rende?, per cui ci potrebbe anche essere un certo interesse nel farla correre il più possibile (oltre che nel gonfiare il chilometraggio, naturalmente...).
Una regolamentazione per la faccenda significherebbe quindi un ridimensionamento dei profitti per l?ente convenzionato, che non tarderebbe ad esercitare una pressione di ?lobby? sul politico di turno al fine di lasciare le cose così come stanno.
E questo spiegherebbe la ?reticenza? istituzionale a mettere mano alla questione, pur in presenza di sprechi palesi.
A questo punto possiamo anche dare un?occhiata all?esperienza di altri stati europei, dove l?abuso del servizio d?emergenza sanitaria extraospedaliera esiste in forma minore o non esiste affatto.
Alcune cose saltano immediatamente all?occhio:
- il volontariato, dove esiste, non ha mai l?aspetto di una metastasi proliferativa in caotica e convulsa crescita, come pare sia invece in Italia. I suoi compiti sono precisi e i suoi limiti chiaramente definiti;
- l?intervento dell?ambulanza non sempre è gratuito! Il costo del servizio è spesso pagato dal paziente/utente, direttamente o tramite un?assicurazione.
Prendiamo il caso di uno stato confinante con l?Italia: la Slovenia.
Abusare di un servizio d?emergenza sanitaria lì sarebbe piuttosto difficile, dal momento che può venire a costare parecchio.
Osservate, per esempio, cosa è accaduto ad un nostro concittadino vittima di una rovinosa caduta in bicicletta: l?attivazione dell?ambulanza, l?intervento di soccorso ed i 3 km di trasporto dal luogo dell?incidente fino all?ospedale sloveno gli sono costati, come testimonia la fattura a fianco, ? 621,85.
E si era fatto parecchio male!
Naturalmente non sto parlando di fare dei passi indietro nella storia.
Un servizio sanitario nazionale a disposizione di tutti, il quale contempla la prestazione di un soccorso di emergenza extra-ospedaliero gratuito, che nel nostro caso si applica anche agli stranieri presenti a qualsiasi titolo nel nostro paese, è certamente una conquista sociale non indifferente.
Sto parlando invece di abusi: di quando un equipaggio professionale sposta un?ambulanza carica di sofisticati apparecchi per trasportare un distinto signore che sale con borsa e cappello, mentre i parenti la seguono con l?auto propria.
È ovvio quindi che se si applicassero alla faccenda dei criteri seri, anche ispirandosi all?esperienza di altri paesi, muovendo un servizio così impegnativo solo nei casi per i quali è stato pensato ed organizzato, evitando quantomeno di farlo nei casi di palese inutilità, si avrebbero sicuramente tutta una serie di positive ricadute, quali per esempio:
- una diminuzione degli interventi/viaggi superflui;
- una contrazione dei costi delle convenzioni;
- un ammortamento parziale dei costi del servizio;
- un aumento della disponibilità di risorse per gli interventi più gravi.
?Volere, è più che potere? mi ripeteva spesso uno dei personaggi più in gamba che ho avuto la fortuna di incontrare?