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Prendi uno, paghi due!!!

Maurizio Piussi

30.07.2007

 

Premessa

Il 30.05.1992 veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un ?Comunicato relativo al decreto del Presidente della Repubblica 27.03.1992, recante atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza?.

In calce al suddetto comunicato venivano riportate delle ?Raccomandazioni? che gli autori ritenevano opportuno inviare ai competenti Ministeri.

 

Tra i vari punti contenuti nelle raccomandazioni ce n?era uno, il ?b?, che invitava a fissare dei limiti d?impiego delle ambulanze, distinguendo anche tra l?attività di primo soccorso e quella di soccorso avanzato.

I limiti suggeriti erano 7 anni o 300.000 km per l?attività di primo soccorso e 5 anni o 150.000 km per il soccorso avanzato.

 

Questa, al momento, pare essere l?unica menzione presente nell?ipertrofica produzione legislativa della Repubblica Italiana, da cui si evinca, in qualche modo, che le ambulanze non sono eterne, anzi, sono soggette ad un?usura superiore ai comuni mezzi di trasporto.

E andrebbero, quindi, sostituite a tempo debito.

 

 

Il fatto

Leggo sulla pubblicazione ?Co.E.S. Marche informa? una notizia interessantissima di cui riporto integralmente alcuni stralci:

?...Il 20 aprile 2007, una commissione di sanitari dopo un?ispezione all?ambulanza ASUR della postazione 118 di Cingoli, ha proposto ed ottenuto dal direttore della ZT 5 di Jesi, il fermo del mezzo, perché a parere degli ispettori erano scaduti i requisiti tecnici perché il veicolo potesse ancora essere in servizio??.

 

Bene, visto che in 15 anni le sensate ?raccomandazioni? di cui sopra non hanno ancora potuto divenire legge dello Stato, né lo potranno divenire in futuro, dal momento che mancano le risorse per rimpinzare i manager e al tempo stesso trasportare i pazienti su mezzi decenti, pare giusto che qualcuno abbia deciso per il ?fai da te?, risolvendo a modo proprio il problema della circolazione di mezzi di soccorso vetusti.

 

Tuttavia, a leggere con più attenzione la notizia traspare, già dalle prime righe, che qualcosa non quadra: nella fattispecie «?una commissione di sanitari...» e «?a parere degli ispettori erano scaduti i requisiti tecnici?».

Ma?l?unico tecnico di un?equipe di soccorso, l?autista, quello che il mezzo lo deve guidare, dov?è?

Forse non è stato invitato?

Una ?commissione?, composta solo da sanitari, per valutare i requisiti tecnici di un veicolo, pensa bene di lasciar fuori l?unico tecnico coinvolto???

A meno che i colleghi autisti di Cingoli non siano dei mentecatti, incapaci persino di esprimere un parere su ciò che quotidianamente guidano, la cosa pare ben strana, non trovate?

 

Ma è nel prosieguo dell?articolo che l?arcano si svela:

??contestualmente la direzione di zona affidava il servizio temporaneamente con convenzione alla C.R.I., paradossalmente l?equipaggio dell?ambulanza veniva formato dall?autista C.R.I., dall?autista d?ambulanza ASUR, dal medico e infermiere...?

 

Due autisti per un unico volante? O forse uno guida, l?altro cambia le marce? Praticamente, una sorta di ?prendi uno e paghi due?, a spese del sistema sanitario nazionale che già fa acqua da tante parti.

 

È più che legittimo pensare, a questo punto, di ritrovarsi dinnanzi al ?blitz? di una commissione ?spontanea?, di certo non del tutto competente in materia, ma sicuramente consapevole del risultato che vuole ottenere, che indirizza la soluzione per un problema, (prodottosi gradualmente e quindi ampiamente prevedibile, o addirittura scontato, come l?invecchiamento dell?ambulanza), non verso una strategia di sostegno ed affiancamento (con per esempio l?affitto di un mezzo in attesa dell?acquisto di una nuova ambulanza), bensì sovrapponendovi un doppione (come se l?autista fosse invecchiato insieme all?ambulanza).

 

E questa è purtroppo una prassi che ho riscontrato imperare in diverse regioni, dove le convenzioni (dapprima temporaneamente, poi, come al solito, stabilmente) producono un allontanamento degli autisti dipendenti dalla scena del primo soccorso (alcuni finiscono a trasportare farmaci, altri la biancheria da lavare, altri portano via i cadaveri dai reparti) mediante l?ingresso in scena di nuove figure operative che ne ereditano le mansioni principali.

Quindi pubblici dipendenti ?parcheggiati?, risorse operative sottoutilizzate, e spesso professionalità formate e sprecate.

C?è da chiedersi, in ultima analisi, a chi conviene veramente tutto ciò: agli autisti declassati?

All?ente che ne paga due al posto di uno?

O all?ente che si è accaparrato la convenzione?

Fate un po? voi?

 

Il come i colleghi del Co.E.S. Marche hanno risolto la situazione, sarà oggetto in futuro di un articolo a parte.

Per ora vi anticipo solo che la soluzione che hanno conseguito dimostra il grado di maturità, concretezza e sinergia che si può raggiungere attraverso un sodalizio associativo.

Alla faccia di chi ancora non vuole arrendersi all?evidenza che essere ?autista? nel nostro caso non significa più solo essere capaci di condurre un mezzo che trasporta qualsiasi cosa.

 

Per quanto mi riguarda invece, sono del parere che in Italia non serva ampliare le carceri, come stanno già facendo negli USA, bensì che sia impellente creare dei ?campi di lavoro? socialmente utili, dove chi ruba o danneggia la collettività in vario modo, abbia poi l?opportunità di sdebitarsi.

Così allora, siffatte commissioni potrebbero essere impiegate in modo più utile ed ecologico, con pala e piccone, per esempio nell?ammodernamento della rete stradale; in questo modo, sotto la guida di valenti ?tecnici?, riuscirebbero nel loro intento ?sanitario? di contribuire alla riduzione delle conseguenze degli incidenti strada