Profilo professionale 4
Maurizio Piussi
18.06.2007
...continua da Profilo Professionale 3
Dopo l?introduzione esaminata la volta scorsa, si passa alle pagine 1 e 2 del documento, le quali non sono altro che una presentazione dei due sodalizi interessati alla questione ed, al tempo stesso, una richiesta di audizione urgente presso la 12° commissione Igiene e Sanità del Senato, presieduta dal politico oggetto d?attenzione.
Di interessante, nelle due pagine in esame, c?è ben poco, se si esclude il fatto che nel definire la quota di servizi gestiti (il 70%), gli autori evitano accuratamente di indicare quale fetta della suddetta quota spetta all?emergenza sanitaria e quale invece, è semplice trasporto sanitario.
Questa è una ?dimenticanza? che si rileva abbastanza spesso e forse funzionale al fatto che, mescolando nello stesso calderone attività completamente diverse come emergenza e trasporto sanitario, si sfumano dettagli e contorni dei servizi (e quindi del tipo di professionalità necessaria per espletarli) e si evidenzia esclusivamente il loro numero.
Infatti, è quel 70% di servizi e quelle 20 legioni di volontari, tutti ?adeguatamente formati?, che devono impressionare e pesare sul politico.
A pag. 3 del documento si incontrano, invece, alcuni punti su cui vale la pena di soffermarsi con una certa attenzione:
- nel primo paragrafo (evidenziato giallo) si fa menzione del fatto che l?acquisizione della qualifica professionale avverrebbe con corso di formazione svolto dalle Regioni e dalle indicate Province autonome;
- nel secondo paragrafo (evidenziato rosso) si definisce il disegno di legge come ?polarizzato su un esplicito interesse di categoria?;
- nel terzo (evidenziato verde), infine, si ?stracciano le vesti? per il presunto affidamento della docenza tecnico-operativa alla federazione dei conducenti d?emergenza sanitaria.
Riguardo al primo punto in esame gli autori della lettera tacciono, nelle loro osservazioni, i seguenti fatti
- il DDL precisa che Regioni e province autonome, sulla base di specifiche richieste, autorizzano determinati enti (ASL, AO, istituti preposti alla formazione professionale, associazioni professionali degli operatori dell?emergenza e trasporto sanitario, associazioni di volontariato, cooperative ed aziende private che operano nei trasporti sanitari, etc.) ad effettuare corsi per Autista Soccorritore;
- i corsi non sono a carico delle Regioni o delle province autonome, come vogliono far credere nella nota, bensì dei sopraccitati enti, cui vengono già erogati appositi finanziamenti.
Da dove nasce, quindi, la velata preoccupazione per chi deve sobbarcarsi l?onere dei corsi?
Forse dal fatto che il DDL costringerebbe finalmente ad impiegare le risorse già destinate alla formazione in programmi formativi completi ed organici?
Relativamente poi al secondo punto in esame si colpevolizza, agli occhi del politico destinatario, un legittimo interesse di categoria.
A questo punto c?è da chiedersi, visto che gli autisti soccorritori sono l?unica categoria, nel panorama della sanità italiana, a non essere ancora definita nei compiti e nei ruoli, dove altro dovrebbe essere polarizzato quest?interesse?
Verso i volontari?
No di certo, visto che hanno già una loro specificità riconosciuta!
Pare veramente di assistere allo sfacciato pianto di un coccodrillo che, appena divorato il 70% di quello che aveva a disposizione, si accorge che il restante 30% non intende farsi ingoiare in silenzio.
Infine, per quanto riguarda il terzo punto in esame, quello della docenza, il DDL dell?Autista Soccorritore cita testualmente: ?per l?area tecnico-operativa la docenza è affidata al personale appartenente al profilo professionale di AS iscritto all?albo dei docenti tenuto dalla Federazione nazionale dei conducenti di emergenza sanitaria?.
Questo significa che, per la prima volta, la formazione relativa all?area tecnico-operativa verrebbe ufficialmente affidata ad Autisti Soccorritori iscritti all?albo dei docenti, indipendentemente dalla tipologia del loro rapporto di lavoro.
E scusate se è poco!
Per quanto riguarda poi l?albo dei docenti al momento non esiste!
Attualmente, gli autisti abilitati alla docenza sono infatti disseminati presso singoli enti o associazioni scientifiche nazionali/internazionali, ciascuna di esse competente nel proprio specifico campo o settore.
La legittimità della richiesta di un albo unico nazionale trae dunque origine dalla necessità di
- porre fine a tale frammentazione (ci sono formatori abilitati presso un ente e non riconosciuti da un altro che opera nel medesimo campo);
- garantire l?interscambiabilità dei formatori su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dall?ente presso cui prestano servizio;
- garantire l?erogazione di uno standard minimo formativo comune a tutti gli autisti soccorritori indipendentemente dall?ente titolare del servizio.
È noto che formazione e ?business? vanno di pari passo; chi ancora non lo avesse capito lo può dedurre dal tono del paragrafo in esame.
La sola idea che qualcuno possa ?mettere ordine? nella formazione, anche limitatamente ad un piccolo settore, quale quello della docenza per l?area tecnico-operativa, fa saltare i nervi a più di qualcuno?
Continua...