Prologo
Il precedente articolo del ?Funzionario? ha suscitato, per la peculiarità degli argomenti trattati, gli interventi interessati di molti colleghi.
Oltre alle semplici curiosità, diverse sono state anche le riflessioni su specifici argomenti inerenti l?attività dell?autista d?ambulanza.
Ho raccolto alcuni tra gli spunti più interessanti che mi sono giunti, ho dato loro una forma organica e gli ho sottoposti all?esame del nostro ormai prezioso collaboratore.
Ne è nato uno scritto interessante, che viene di seguito presentato con la formula, inedita per questa rubrica, dell'intervista: una sorta di "botta e risposta" tra intervistatore ed intervistato.
Vista la dimensione ragguardevole del lavoro, esso verrà presentato in 4 "puntate", scaricabili in versione stampabile.
Il primo argomento trattato riguarda i presidi a bordo delle ambulanze, ovvero gli "attrezzi" che utilizziamo ogni giorno sul lavoro.
Maurizio Piussi
12.07.2007
Intervista al "Funzionario" (parte prima)
Maurizio Piussi (di seguito M.P.)
C'è un limite all'utilizzo di un presidio dopodichè può essere considerato "vecchio" e quindi inadatto alla sua funzione?
Il ?Funzionario? (di seguito FU.)
Premetto, tutte le persone che indossano una divisa sono considerati professionisti in quello che stanno facendo, dunque persone specificatamente ?addestrate? per adempiere varie attività, che siano o meno in emergenza.
Quindi, essendo professionisti, devono essere in grado di decidere quale attrezzatura usare e, soprattutto, quando sostituirla, dal momento che tutto ciò rientra sotto la loro specifica responsabilità e? non di chi ha firmato un foglio d?acquisto.
Ancora più grave è la responsabilità degli autisti soccorritori, i quali hanno la responsabilità di tutte le persone trasportate nel ?loro? veicolo!
Stabilita questa doverosa premessa, si possono identificare almeno due distinti ?percorsi? attraverso cui si può giungere a definire ?vecchio? un presidio.
Prendiamo per esempio il caso di un presidio ?barella?, la cui casa costruttrice consiglia una revisione base certificata ogni 6 mesi:
- viene fatto un iter di manutenzione costante. In questo caso, dopo alcuni anni, con revisioni costanti e certificate dalla casa costruttrice, si può considerare ?vecchio?, soprattutto se sottoposto ad uso intensivo;
- non viene fatto un iter di manutenzione costante. In questo caso, l?assenza di revisioni certificate, presuppone che il presidio in questione sia da considerarsi ?vecchio? allo scadere della garanzia.
Quanto riguarda la barella dell?esempio si applica anche a qualsiasi altra cosa, ma, laddove c?è di mezzo la tutela del paziente, come nel caso dell?emergenza, assume un significato chiaramente ancora più importante.
M.P.
Esiste un qualche decreto o norma che ne fissi il termine di utilizzo? Una sorta di scadenza da parte della casa costruttrice?
FU.
Mi risulta che aziende leader nel settore dell?emergenza dispongano di almeno un Tecnico Specializzato, che segue le barelle vendute e gratuitamente segna il ?primo tagliando?.
Sarà specifico compito di questo tecnico, su eventuale segnalazione degli operatori interessati, analizzare il presidio ed eventualmente stabilire se può o meno venire usato ancora.
Ribadisco: devono essere gli operatori stessi a chiamare per effettuare l?assistenza necessaria, non il loro responsabile, che magari lavora in ufficio.
Ad esempio, ritornando al nostro presidio ?barella?, questa può essere tranquillamente usata per 10 anni o più se sottoposta a corretto utilizzo e revisioni regolari.
Ma potrebbe anche essere dimessa dopo nemmeno un anno, qualora sia stata usata in modo non corretto da operatori negligenti che l?abbiano danneggiata con sistemi di ritenuta non originali, o, peggio ancora, ne abbiano rovinato il telaio centrale.
Risulta quindi evidente, che non può essere un termine stabilito per decreto a definire la ?morte operativa? di un presidio, bensì precisi riscontri tecnico operativi rilevati direttamente sul campo da personale competente.
M.P.
In ?Una difficile realtà? viene riportato testualmente di ?barelle in condizioni terribili, risalenti a più di 20 anni e tuttavia ancora pienamente operative?.
Perché succede questo?
Quale dovrebbe essere l?elemento più importante da considerare per l?eventuale sostituzione, per esempio, del presidio ?barella??
FU.
Dipende, ovviamente, dalla serietà degli operatori e da quella dei costruttori.
Se tutti i ?professionisti? utilizzassero, per esempio, la barella come utilizzano la propria auto, ciò sarebbe sicuramente sufficiente a garantire una lunga vita operativa al presidio.
D?altro canto conta molto anche la serietà dei costruttori.
Per esempio, una grande azienda internazionale, con esperienza, serietà e preparazione centennale nel settore, che utilizza materiali di qualità, come leghe di alluminio e magnesio, abbinate a fusioni e non a saldature tra le varie parti, è ovvio che otterrà prodotti eccellenti, che ?soffriranno? meno le sollecitazioni normalmente prodotte dalle vibrazioni dei mezzi di soccorso in movimento.
Per una barella prodotta con questi standard 20 anni di utilizzo non sono nulla!
Viceversa, nel caso in cui venissero usati materiali costruttivi di qualità inferiore, con una predominanza delle saldature rispetto alle fusioni ci sarà, inevitabilmente, una riduzione già ?in partenza? della resistenza complessiva del prodotto alle varie sollecitazioni, dato che nel punto di saldatura il materiale risolidificato si sarà ovviamente indebolito.
Figuriamoci al trascorrere del tempo ed ad un eventuale uso intensivo e prolungato!
M.P.
Mi sta quindi dicendo che l?eventuale sostituzione di un presidio dipende non tanto dall?ipotesi che il trascorrere degli anni lo predisponga a cedimenti improvvisi, quanto dalla sua funzionalità effettiva certificata da tecnici addetti?
FU.
Si, sicuramente, soprattutto, anche se non solo, dalla funzionalità effettiva, dato che non tutte le realtà utilizzano all?estremo le attrezzature.
In secondo luogo c'è poi il cambiare dei requisiti minimi essenziali.
Per esempio, 10 anni fa c?erano in commercio ?barelle di legno? montate su veicoli che non venivano mai utilizzati, se non in occasioni particolari o di estrema necessità.
Quei presidi non sono mai stati classificati come ?vecchi?, semplicemente perché non venivano usati.
In questo caso però sarà il cambiamento, sancito per legge, dei ?requisiti minimi essenziali? a renderli ?vecchi?.
Quindi non per il piacere di cambiare delle barelle di legno praticamente nuove, bensì per un concatenarsi di più cose, che tutelano maggiormente l?operatore e il paziente.
M.P.
Dunque, se ho ben compreso, lei stabilisce anche un legame stretto tra la durata della funzionalità di un prodotto nel trascorrere degli anni ed i criteri con cui il prodotto è stato costruito.
FU. Esatto! Sicuramente una barella costruita con materiali di buona qualità e parti legate per fusione, anziché per saldatura, costerà più di una barella costruita con criteri meno seri. Tuttavia, nel primo caso la durata e la sicurezza d?esercizio sono garantite e, con una piccola revisione annuale, dove l?intervento più grande potrà essere la sostituzione di una molla oppure di una ruota?, si manterrà il presidio perfettamente efficiente per lunghi anni senza spese eccessive. Se invece si effettuano revisioni a lungo termine, tipo 3 anni, non solo la spesa sarà maggiore, ma si corre pure il rischio di diventare responsabili di eventuali danni prodotti al paziente dal cattivo funzionamento del presidio stesso. Per comprendere come sia opportuno investire in qualità, si provi a fare questo esperimento:
- confrontare la fattura d?acquisto di almeno 3 barelle diverse, non nuove;
- aggiungere le spese sostenute per la manutenzione e l?aggiornamento;
- dividere il costo totale per i giorni d?utilizzo, calcolando 365 per ogni anno.
Si scoprirà che il valore più basso corrisponderà quasi sicuramente al presidio di migliore qualità e sarà equivalente, se non addirittura più basso, del costo di un qualsiasi comune materiale di consumo giornaliero, tipo un pacco di garze sterili. Continua su "Intervista al Funzionario (parte seconda)"