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Profilo professionale 1

Maurizio Piussi

30.04.2007

 

Quattro o cinque anni fa, a Salerno, presso l?ordine dei medici, nel corso di una conferenza regionale sull?emergenza in cui ero relatore, ci fu l?accorato intervento di un infermiere di Napoli, che descrisse una situazione alquanto singolare.

Raccontò infatti che, spesso, alla guida di ambulanze che prestavano servizio all?interno dell?area urbana napoletana si trovavano degli autisti extracomunitari. La cosa in sé non avrebbe destato tanta impressione, se non fosse per un particolare: molti di loro non conoscevano la lingua italiana.

Succedeva così che l?infermiere ed i suoi colleghi, oltre che ad assistere il paziente, dovevano contemporaneamente anche spiegare all?autista dove andare.

Rigorosamente a gesti, ovvio!

 

Due anni più tardi nella stessa Salerno ci fu un particolare incidente che coinvolse un?ambulanza.

La stampa allora non specificò se l?autista, un extracomunitario, conoscesse o meno l?uso della lingua italiana: era un dettaglio secondario, rispetto al fatto che il soggetto era un clandestino e non aveva neppure? una patente valida.

 

E si potrebbe continuare ancora, avanti di questo passo, in un elenco che di sicuro diverrebbe lungo.

Ma non è lo stilare elenchi che mi propongo, anche perché sottoporre chi legge al rischio di assuefazione non è utile per nessuno, alimenta una tacita rassegnazione, spegne la voglia di reagire al decadere continuo di una situazione.

Ed io non voglio in alcun modo contribuire a questo!!

 

Vorrei piuttosto contribuire all?abitudine di soprassedere alla diversità dei singoli episodi, dei contesti o delle situazioni in cui si svolgono per andare piuttosto ad individuare la causa comune che sta dietro, o sotto, al loro prodursi, a ricercare l??humus? da cui queste situazioni traggono alimento e attraverso cui continuamente si riproducono.

I suddetti casi di Napoli e di Salerno, per esempio, si generano e trovano alimento comune anche e soprattutto nell?assenza di una normativa nazionale degna di questo nome per quanto concerne la figura dell?autista soccorritore.

 

Individuato il problema diventa però difficile comprendere le ragioni per cui tale ?vuoto normativo? continua a persistere, con i suoi nefasti effetti, in maniera tanto tenace, e nonostante la presenza di episodi da terzo mondo talmente eclatanti da sembrare impossibili.

Vista con gli occhi di un profano questa ?latitanza? istituzionale in merito alla questione avrebbe potuto sembrare anche casuale, una dimenticanza, magari frutto della ormai insanabile frattura che esiste tra la politica e la società civile.

Questo almeno fino al 2003, ma non dopo.

 

Nel 2003 è stato infatti presentato il disegno di legge ispirato dalla Co.E.S. Italia, che ? a sorpresa? è stato sottoscritto da quasi un centinaio tra deputati e senatori.

Un risultato straordinario, tanto più perché è stato conseguito in una Italia divisa tra destre e sinistre in un clima quasi da guerra civile.

Tuttavia, nonostante l?ampio consenso di parlamentari, al momento il progetto ancora ?ristagna in qualche ansa del Tevere?, per l?opposizione feroce di certi ?cospicui interessi coalizzati?.

Il che porta a concludere:

  • il consenso parlamentare ottenuto dal ddl indica che a livello istituzionale il tema è sentito, si percepisce il disordine e si vorrebbero dei correttivi;
  • il ristagno dell?iter legislativo del disegno indica che nonostante la necessità di correttivi manca la forza istituzionale per approntarli e che gli interessi che in tali sedi si perseguono non sono quelli della gente comune;
  • la presenza del ddl in parlamento ha costretto allo scoperto la lobby dei ?cospicui interessi coalizzati?, che ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, di essere disposta a sacrificare gli interessi di un?intera Nazione pur di continuare a coltivare imperterrita il proprio giardino.

Tutto questo dimostra formalmente che il disordine che affligge l?emergenza 118, nel campo degli autisti soccorritori, e che alimenta episodi da terzo mondo, è dovuto all?espressa spinta di ?qualcuno? in una determinata direzione, che è diametralmente opposta a quella a cui tenderebbero sia i legittimi interessi degli autisti che le ovvie esigenze della gente.

Un disordine ed un vuoto normativo che non sono casuali, tutt?altro; sono voluti, sponsorizzati e deliberatamente mantenuti, al fine di trarne il massimo vantaggio possibile.

A spese di chi, ben si sa!