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"Scoop and run" o "stay and play"?

Maurizio Piussi

30.06.2007

 

?Raccogliere e correre? verso l'ospedale (scoop and run) o ?stabilizzare sul posto? (stay and play), questo è il problema del moderno soccorso extraospedaliero italiano!

Attorno a queste due metodologie si sono consumati fior di duelli congressuali; sostenitori e detrattori dell?una o dell?altra metodica si sono dati battaglia per lunghi anni, senza che nessuna delle due filosofie di soccorso riuscisse realmente a prevalere.

 

Ma dal 2 giugno 2007 le cose, finalmente, cambieranno!

Lo ?stay and play? ha i giorni contati, almeno a livello politico.

 

Le indossatrici che sfilano nelle passerelle sono tra le stelle più brillanti nel firmamento della moda internazionale; per loro qualsiasi pazzia diventa possibile.

Se, come successo alcuni anni fa a Salerno, mancano gli abiti con cui farle sfilare, non c?è problema.

Si chiama un'ambulanza che, dribblando il traffico congestionato a sirene spiegate, rimedia alla faccenda portando per tempo gli abiti a quelle soavi creature, affinché tutti possano ammirarne lo splendore e rendere grazie al creato per siffatte meraviglie.

Una follia evidentemente tollerabile, visto che allora nessuno protestò, se non il presidente dell?associazione degli autisti d?ambulanza della Campania.

 

Nel 2007 quella di Gustavo Selva è quanto di più vicino ci sia ad una stella cadente nel firmamento della politica italiana; per uno così è difficile far muovere anche l?ultimo degli uscieri del senato.

E così, trovandosi imbottigliato per colpa di Bush in qualche angolo della capitale, ha pensato bene di rispolverare il ?trucco? dei salernitani, facendo intervenire un?ambulanza per raggiungere, dribblando il traffico, gli studi di una televisione dove era atteso.

Solo che? nessuno aveva intenzione di ammirare, né di rendere grazie al creato per le sue rughe, per cui la sua follia, a differenza di quella di Salerno, non è stata tollerata.

E tutti hanno protestato? tranne il presidente dell?associazione degli autisti d?ambulanza della Campania!

 

Colto con le mani nel sacco l?attempato senatore ha deciso di dimettersi.

Giustamente, ?chi sbaglia paga?, anche se? all?italiana ovviamente, ovvero solo dopo che tutti i suoi colleghi senatori avranno discusso sulle sue dimissioni e votato a scrutinio segreto.

E c?è da scommetterci che nel segreto del voto solidarietà ?transpartitica? e spirito di corpo impediranno al Selva di concretizzare il suo folle gesto!

Mica come quei matti dei giapponesi, che non conoscono il significato della solidarietà di ?casta? e, quando sbagliano?

 

Comunque, dalla sua disavventura ?sanitaria? Gustavo Selva ha tratto degli utili elementi, da mettere a disposizione della collettività per migliorare il servizio.

In particolare, l?arzillo vecchietto ha notato che dal momento in cui è stato accomodato da un infermiere sull?autoambulanza? a quello in cui l?ambulanza si avviata all?ospedale sono trascorsi ben 12 minuti, ?nobile esempio della rapidità e dell?efficienza del servizio?. ... un inspiegabile  ed increscioso ritardo per un intervento di soccorso (secondo lui).

 

E su questo punto ha deciso di vederci chiaro, nonostante la veneranda età e la presumibile perdita di diottrie: farà un?interrogazione con la quale chiederà al Presidente del Consiglio di riferire in aula del Senato sulla questione dei 12 minuti trascorsi fermi con l?ambulanza a fare non si sa bene che cosa!

 

E a questo punto c?è il rischio concreto che non sia più una disputa scientifica a risolvere definitivamente l?annosa controversia tra il ?raccogliere e correre? e lo ?stabilizzare sul posto?, bensì un Decreto Legislativo: quello con cui verrà abolito, in nome di una maggior efficienza del servizio, lo stay and play.

 

Si eviteranno così sia le ?perdite di tempo? sugli interventi di soccorso extraospedaliero, sia la possibilità che zelanti sanitari scoprano, facendo troppe domande o ponendo troppi elettrodi, qualche altro parlamentare della Repubblica mentre usufruisce di un servizio pubblico esclusivamente per gli affari suoi.