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Profilo professionale 3

Maurizio Piussi

24.05.07

 

Per meglio comprendere le ragioni che hanno bloccato l?iter parlamentare del disegno di legge per l?Autista Soccorritore è necessario focalizzare, per quanto possibile, la serie di interessi contrapposti che vi ruotano attorno.

 

Alcuni di questi ?interessi? si evincono facilmente dall?analisi di un importante documento di cui il Co.E.S. Italia è entrato in possesso; si tratta di una comunicato scritto da alcuni enti di soccorso federati, ed inviato ad un importante politico (un senatore) coinvolto nella gestione di uno dei passaggi più delicati del disegno di legge che ci riguarda.

Il documento originale, composto da un?introduzione e 5 pagine, costituisce una prova inconfutabile delle pressioni che sono state esercitate a livello parlamentare per far naufragare il disegno di legge.

 

Premetto immediatamente che alla decisione di pubblicarlo integralmente ho preferito, per il momento, l?occultamento delle parti contenenti riferimenti ad enti e persone.

Le ragioni di questa scelta sono le seguenti:

  • la mancanza di riferimenti precisi nulla toglie alla gravità dell?azione di disturbo svolta. Tale pressione emerge chiara in tutta la sua spudoratezza fin dall'introduzione al documento;
  • il mondo degli autisti professionisti in Italia è fin troppo diviso e frantumato. La colpa di questo stato di cose è degli autisti stessi che, consapevoli o meno, prestano il fianco a chi li vuole deboli e divisi. In questa situazione secondo me non è il caso di fornire l?occasione per indicare un comodo capro espiatorio a nessuna delle parti.

 

Si parte quindi subito dall?introduzione, che contiene un concetto fondamentale: nel secondo paragrafo, lo scrivente annuncia che la questione è ?spinosa?, visto che ?l?adozione della qualifica professionale di autista soccorritore, nei termini prospettati, metterebbe in crisi il volontariato che gestisce in Italia (insieme alla Croce Rossa) l?80% dei servizi d?ambulanza.?

 

Da queste prime righe emergerebbero dunque due dati davvero interessanti:

  1. l?esistenza di una frattura netta, insanabile, tra le esigenze dell?operatore professionista e l?esistenza stessa dell?operatore volontario;
  2. la testimonianza che l?Italia ?funziona? praticamente con il volontariato (80% dei servizi d?ambulanza).

 

Riguardo al primo dato, l?autore sventola davanti al naso del politico lo spauracchio della fine del volontariato, con l?equazione «professionalità per gli autisti = crisi del volontariato»; o uno, o l?altro!

Una via di mezzo non ci può essere.

 

In realtà, la ?frattura? tra professionisti e volontari non avrebbe alcuna ragione d?esserci se ognuno occupasse? il posto che gli compete nell?ordine delle cose.

È nel momento in cui un?istituzione travalica il proprio ruolo ed invade spazi e ruoli che non le sono pertinenti, che si generano attriti (le recenti vicende di Brescia indicano proprio come il volontariato abbia prodotto, con la sua attività, pesanti ingerenze in un mondo che non è il suo: quello del lavoro).

Tuttavia l?assioma ?autisti professionisti = morte del volontariato? contiene anche una sorta di messaggio subliminale, cui il politico, sempre tanto attento alle proprie tasche, è molto sensibile: ?fine del volontariato = aumento dei costi = meno denaro per altri scopi?.

Davanti ad una relazione di questo genere è davvero difficile resistere? per un politico.

 

Relativamente poi al secondo dato, se confermato sarebbe davvero preoccupante!

Gestire l?80% di un?attività, in questo caso il trasporto in ambulanza, significa praticamente monopolizzarla, e a livelli bulgari, direi.

Il problema è reso poi ancor più grave dal fatto che quell?80% sarebbe nelle mani di un?entità, il volontariato, che non si capisce bene cosa ci stia a fare sul mercato del lavoro, dato che non è proprio il suo posto.

Un monopolio quindi in mano non a ditte private, con i loro dipendenti che operano in regime di concorrenza, ma un monopolio accaparrato da un?entità estranea, aliena al mercato del lavoro stesso.

 

Ebbene, qualsiasi politico dotato di un minimo di buon senso, davanti ad una ?occupazione? così capillare di un settore strategico della vita civile, dovrebbe come minimo inorridire.

E, subito dopo lo shock iniziale, dovrebbe mettersi di buona lena a lavorare per rimettere tale entità aliena al posto che le compete.

Invece, quello che la vicenda del profilo professionale dell?autista soccorritore rivela in tutta la sua gravità, è che il politico con un minimo di amor patrio e di buon senso è già estinto, come i dinosauri!

Ecco perchè arrivano prima gli avvocati? i politici veri non ci sono più.

 

L?introduzione si conclude poi con una parata dell?autore in stile ?primo maggio sulla piazza Rossa?, dove si ?gonfiavano? i muscoli proclamando il vanto della tecnologia e delle conquiste del comunismo; lui i propri muscoli li gonfia esibendo i ruoli ricoperti, presenti e passati, a guisa di medaglie appuntate sul petto.

 

?Medaglie? che peraltro ad uno sguardo attento e competente si dimostrano spesso patacche, e che comunque non riescono a nascondere la meschinità di chi vuole a tutti i costi rigirare la frittata fino a farla somigliare ad una bistecca.

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