L'arte di arrangiarsi
Maurizio Piussi
16.03.2007
Dote e difetto sono talvolta facce contrapposte della stessa medaglia; dipende dalle situazioni in cui si esprimono.
Così se l?arte di arrangiarsi e la creatività vulcanica degli italiani da un lato permettono alla Nazione di stare ancora in piedi, dall?altro aggiungono disordine ed approssimazione anche dove non ce ne sarebbe affatto bisogno.
Verso la prima metà degli anni ?80 la vecchia sirena a fischio aveva ormai fatto il suo tempo e cominciava ad essere sostituita dalle più consone sirene bitonali.
La peculiarità del fischio era che, udendosi anche a considerevole distanza, dava modo agli utenti della strada di scansarsi per tempo; viceversa la bitonale, per quanto fosse riconoscibile nei centri abitati, negli spazi aperti veniva percepita solo a brevissima distanza, e questo non di rado impediva agli automobilisti di accorgersi in tempo dell?arrivo del mezzo di soccorso.
Serviva dunque un dispositivo che compensasse in qualche modo la perdita di distanza di percezione.
Ed ecco che alcuni colleghi si accorsero, per esperienza diretta, che le ambulanze austriache avevano cominciato a montare, sulla parte anteriore, dei dispositivi stroboscopici a luce blu lampeggiante che venivano rilevati a buona distanza (anche in pieno giorno) sia da chi precedeva, nello specchietto retrovisore, sia da chi arrivava in senso contrario.
Purtroppo in Italia non erano previsti, forse neppure importati, sicuramente non omologati. Insomma, come al solito si segnava il passo!
Così, fra quei colleghi, fu indetta una colletta che permise di acquistare il dispositivo (di fabbricazione tedesca) direttamente in Austria; dopodichè, all?insaputa dei rispettivi Enti, alcune ambulanze furono portate presso un privato che fece gratuitamente le modifiche necessarie e l?installazione. L?effetto fu pari alle aspettative; migliorava decisamente la percezione del veicolo in emergenza, soprattutto in pieno giorno. (Al collaudo dei mezzi poi non successe assolutamente nulla, nonostante il dispositivo, non omologato, fosse perfettamente visibile?)
Ne nacque un effetto domino che portò gli "strobo", nel giro di pochi anni, a divenire dotazione comune della maggior parte delle ambulanze (e anche delle auto blu!)? e pare che ora siano pure omologati!
Una cosa simile è accaduta di nuovo, solo qualche anno fa.
Dovendo mettere in sicurezza nel vano sanitario di un?ambulanza un defibrillatore (di considerevole peso) ed essendo poco inclini alle solite soluzioni artigianali raffazzonate, alcuni colleghi avviarono una ricerca che portò alla scoperta dell?esistenza, in Germania, di un supporto realizzato appositamente per quel tipo di defibrillatore; supporto, tra l'altro efficacissimo, che là veniva proposto al momento stesso dell?acquisto del defibrillatore.
La filiale italiana della stessa ditta, contattata appositamente, non sapeva neppure che un siffatto supporto esistesse? così ci si arrangiò di nuovo, acquistando i pezzi in Germania, questa volta con il comodo supporto del web.
I due episodi, pur separati da un considerevole lasso di tempo (quasi 20 anni) rivelano una matrice comune ed inducono ad alcune riflessioni.
Il popolo italiano si arrangia in vari modi: alcuni si siedono, aspettando che qualcuno gli risolva i problemi, e se i problemi non vengono risolti continua ad aspettare, o procede senza soluzione (per esempio viaggiando con il defibrillatore slegato). Altri si arrangiano alla meglio, tanto per non causare problemi peggiori (e per esempio fissano il defibrillatore alla meno peggio), altri ancora si inventano qualche strano marchingegno, lo mettono insieme con mezzi propri o di amici bendisposti, in barba a qualsiasi autorizzazione, e così possiamo avere in cento situazioni analoghe cento dispositivi diversi. Altri, come abbiamo detto, scoprono che chi è più avanti ha già creato il dispositivo giusto, studiato ad hoc e conseguentemente autorizzato, omologato e distribuito, e così se lo vanno a prendere all?estero, rassegnati che in Italia ? ci si deve comunque arrangiare.
Questo pone dei semplici interrogativi:
- quante soluzioni artigianali, per lo più non a norma, presenti sulle nostre ambulanze avrebbero potuto essere evitate ricorrendo a prodotti assai più efficaci già presenti sul mercato europeo?
- Quante sono le soluzioni ?artigianali?, spesso ingegnose, sperimentate come efficaci in molti settori e di cui non si ha notizia, destinate a ?vivere e morire? esclusivamente a livello locale?
- Per quale ragione non esiste un organismo che possa censirle, studiarle o valutarle e renderle disponibili sotto forma di brevetti per l?industria non solo italiana?
Al di la dell?indubbia difficoltà di rispondere agli interrogativi posti, credo che una considerazione si possa senz?altro trarre da tutto ciò: dal momento che le soluzioni nascono quando i problemi si presentano, la naturale inventiva degli italiani, opportunamente canalizzata, andrebbe a costituire una preziosa risorsa.
Talvolta accade, è vero, ma sempre su iniziativa di singoli che hanno la fortuna o la possibilità economica per lanciarsi da sé; quando quest?arte, invece che essere individuata, raccolta e valorizzata, è lasciata a se stessa, alimenta quella disomogeneità e confusione per cui il nostro popolo è famoso.
E così ecco l?Italia sempre al passo, con i cervelli migliori che devono andare all?estero per essere riconosciuti, e con un sottobosco infinito di ?micro-genialità? che a causa di un inadeguato canale d?espressione diventa una fisiologica abitudine mentale ad arrangiarsi; ed ecco che questa abitudine diventa una sottile inespressa sfiducia nel sistema, che a sua volta porta a quella nota, radicata e tipica tendenza italiana a gabbare le regole? e così via.
Viva l?Italia!